La INGE s.r.l. da diversi anni, ormai, esegue la metodologia geofisica denominata “sismica a riflessione”, che, se vi sono le corrette condizioni di applicabilità, consente la miglior descrizione delle caratteristiche dei terreni e delle loro geometrie, nonché la possibilità di esplorare a notevoli profondità utilizzando sorgenti energizzanti di potenza limitata.
La sismica a riflessione è stata utilizzata in passato principalmente per le indagini petrolifere profonde con scarsi successi nelle applicazioni superficiali. Nei primi anni `80, l`avvento di geofoni ad alta frequenza e dei sismografi digitali, nonché di computer veloci e a basso costo, ha consentito sempre maggiori e più valide applicazioni in campo ingegneristico, ambientale e per ricerca d`acqua. Un’altro aiuto è venuto dalla disponibilità di sorgenti sismiche a basso costo e ad alta frequenza. Per sismica a riflessione “superficiale” s’intende quella volta ad indagare fra un metro e 1000 metri di profondità con utilizzo di frequenze sismiche fra 50 e 1000 Hz.
Il principio fisico utilizzato dalla metodologia, consiste nella riflessione parziale di energia delle onde elastiche al loro passaggio attraverso un piano di discontinuità di velocità sismica. L`energia riflessa sarà maggiore per contrasti più spiccati di velocità. La tecnica di prospezione è organizzata secondo il modello del profilo continuo che consente di seguire gli orizzonti riflettenti con continuità e molteplicità di copertura d’indagine.
La qualità dei dati ottenuti in fase di acquisizione, oltre che dalla qualità dei terreni, dipende in gran parte dai parametri di acquisizione scelti. Questa definizione è affidata all’esperienza dell’operatore o all’esecuzione di un profilo di test denominato “walkaway” realizzato allo scopo di saggiare le caratteristiche dei terreni e quindi consentire di scegliere le migliori geometrie e i migliori parametri di acquisizione.
Quale sorgente di energia solitamente si usa una mazza se la massima profondità da esplorare non è superiore ai 30- 40 metri, un fucile sismico se la massima profondità da esplorare esplorata non è superiore a 100 m oppure dell`esplosivo che consente di regolare l`energia immessa nel terreno. Il collegamento di time-break fra il punto di sparo e la stazione di acquisizione si realizza con un doppio filo elettrico o con un sistema radio.
Le forme d’onda simultaneamente presenti ai geofoni vengono acquisite utilizzando un sismografo multicanale (PASI 16S24 o BISON 9048). Oltre al numero di canali di cui si è detto, è una caratteristica importante di un sismografo la dinamica del segnale, vale a dire la differenza fra il più piccolo e il più grande valore di segnale che lo strumento è in grado di acquisire sulla stessa traccia.
Per la registrazione delle forme d’onda in superficie, si possono utilizzare da 12 a 48 geofoni e più.